LECCE E IL SUO BAROCCO NEGROAMARO

“Lo stile di vita che s'avvita e profuma, genuina fonte d'ispirazione, forte di emozione sopraffina. Sole, mare e vento: combinazione una e trina.” Aprés la classe

Il cuore del Salento di notte può palpitare in forma architettonica.

Vestita di una luce calda, che cambia in base alla luminosità del cielo, Lecce, quando si sveste, rivela una pelle ricamata. Pizzi, merletti e tatuaggi scolpiti in facciate, fregi, decori, mostrano tratti di pietra leccese ormai consunta e mangiata dal tempo. Il recupero architettonico di molti edifici, le illuminazioni scenografiche, quelle assenti o quelle suggestive, calde dei lampioni delle vie del centro storico, fanno risaltare i volumi e le atmosfere notturne.

Ed ecco che la città in versione serale, gustata con un bicchiere di Niurumaru, si mostra nel suo splendore.

Ad ogni svolta d’angolo, sussulti di stupore. Un continuo e mai banale susseguirsi di scorci, punti di vista, scenografie. Lecce sorprende con garbo.

Una lettura omogenea dal colore ovattato, dalle altezze costanti, permette di godere facciate tutte diverse, uniche: incastonate, libere, concave, convesse, eleganti, formali, iperdecorate.

Il centro storico è un susseguirsi inaspettato di chiese, monasteri, conventi e palazzi signorili che non lascia il tempo di memorizzare i dettagli. Dal Monastero dei Teatini a quello dei Carmelitani, dal Convento Domenicano a quello degliAgostiniani, la storia seicentesca della città è ancora visibile oggi in tutta la sua ricchezza. Numerose furono in quell’epoca le opere civili e religiose, di privati e del clero. Le congregazioni fecero fiorire un nutrito numero di edifici barocchi che fanno del capoluogo un concentrato artistico di elementi floreali, fregi, stemmi, di figure e animali mitologici.

E se la città è un continuo svelare ornamenti, la Piazza del Duomo, a cui si accede attraverso i propilei, è una stupefacente scenografia racchiusa, dove gli espedienti teatrali della falsa facciata della Cattedrale di Maria Santissima Assunta, gareggiano in bellezza con il gioco di scatole cinesi a cui sembra alludere ilCampanile.

Ma se il Barocco conversa con chi percorre la città, l’antico archeologico sussurra e trova un varco attraverso squarci nel suolo. Al fondo di via dell’Arte della Cartapesta, inaspettatamente si apre la cavea del Teatro Romano, che si mostra per intero; mentre solo un terzo dell’imponente Anfiteatro Romano che poteva ospitare fino a 25.000 spettatori, oggi fa capolino in piazza Sant’Oronzo.

Ovviamente, nel tripudio di edifici dalle più diverse caratteristiche e destinazioni non può mancare, ad arricchire la città, una fortezza. Il Castello di Carlo V si pone come punto di riferimento quale luogo per manifestazioni culturali che sono contenute nel  suo quadrilatero irregolare composto da quattro baluardi.

Le mura storiche, antiche vestigia di protezione del centro, che prima cingevano completamente la città culminando nel castello, oggi sono spesso inglobate nelle abitazioni, in spazi terrazzati e solo a tratti visibili laddove gli accessi delle porte d’ingresso permettono di scorgerle. Porta S. Biagio, Porta Rudiae e Porta Napoli, recentemente restaurata e illuminata ad arte, sono l’emblema delle imponenti entrate al nucleo storico: oggi punti di riferimento, varchi verso la movida.

Chiostri, cortili, piazze sono gli altri tesori nascosti ai passanti, ai turisti che cercano di scoprire Lecce. Pur essendo una città imbellettata di trine, sa evidentemente aprire il cuore dei suoi palazzi con ulteriori gioielli architettonici: basta ficcanasare oltre i portoni, i cancelli, al di là degli archi per scoprirne i valori.

Ed è forse  per questa dimensione contenuta che il centro storico, monocromatico  - all’apparenza -, non è mai fuori misura, mancante o zoppicante nel suo mostrarsi allo spettatore. Nel percorrere il cuore di Lecce si può avere la sensazione di una fluidità nella lettura storica, un concatenarsi di elementi che si richiamano fra di loro, a volte dandosi la mano, a volte slacciandosi ma sempre con riverente cortesia.

 

|foto di repertorio - autore sconosciuto|

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