Rigenerare l’attenzione negli ambienti naturali

Secondo gli studi dei coniugi Rachel e Stephen Kaplan, professori e psicologi alla Michigan University l’esposizione dell’uomo ad ambienti naturali, la loro osservazione e contemplazione, non è causa un affaticamento cognitivo, ma anzi permette alla mente di concentrarsi e di rigenerarsi in modo molto più significativo rispetto ad una esposizione ad ambienti costruiti.

La teoria della rigenerazione dell’attenzione  -  Attention Restoration Theory  (ART) formulata dai  Kaplan (1980), definisce proprio questo beneficio. Gli ambienti naturali possiedono numerosi spunti suggestivi che permettono all’uomo di meditare in modo attentivo ma senza sforzo. La ART si basa proprio sulla distinzione dell’attenzione in due componenti:

·       un’attenzione involontaria ( fascination); dove l’attenzione viene catturata da stimoli intrinsecamente intriganti o importanti e non richiede alcuno sforzo per essere mantenuta.

·       un’attenzione volontaria, detta anche attenzione diretta da processi cognitivi e di controllo, che richiede un notevole sforzo per essere mantenuta.

Per rigenerare l’attenzione diretta e garantire un buon funzionamento cognitivo della persona, secondo l’ART, bisogna stimolare l’uso dell’attenzione involontaria. Stando a contatto con l’ambiente naturale, ricco di soft fascination ( panorami, vento tra le foglie, riflessi della luce, gli animali nella vegetazione), è un modo efficace  per ottenere dei benefici.

Per far si che avvenga una rigenerazione mentale, c’è bisogno di allontanarsi dalle richieste quotidiane (abitudini, lavoro, preoccupazioni), cioè da tutte quelle situazioni in cui ci si affatica mentalmente attraverso uno sforzo, uno stress anche ambientale, ed immergersi in luoghi, spazi naturali o, qualora non fosse possibile,  prendere contatto con immagini che riproducono scenari naturalistici.

 

|tratto da Medicina Integrata aprile 2017, autore Monica Botta || foto ©monica botta |

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