MARRAKECH, L’AMMALIATRICE

“ L'audacia la devo a questo paese, alla violenza dei suoi accordi, all'insolenza dei melanges, all'ardore delle sue invenzioni…” Yves Saint Laurent

 

Ipnotico mi guarda dondolandosi con il suo corpo sinuoso. L’ammaliatore della piazza più famosa al mondo. Se i suoi occhi sono gli unici ad essere incantati, i suoi sonagli non sono gli unici ad animare Jemaa el Fna.

Mani decorate all’ennè, venditori d’acqua, uova di struzzo e bancarelle di arance durante il giorno; giocolieri, sputa fuoco, mangiatori di vetro all’imbrunire.

L’architettura di questa piazza – formicaio in continuo movimento -  un tempo si estendeva fino alla Moschea Ben Youssef, ma oggi è godibile  nel suo complesso,  con il rito di un tè alla menta da uno dei tanti caffè con terrazza. Tappa non facoltativa se si visita Marrakech.

Conoscere la città nord africana più glamour del momento, vuol dire affacciarsi su di uno spettacolo concentrato di suoni, odori, musiche, sensazioni. Fermo immagine costante. Scatti rubati in ogni angolo. Spesso pagati, perché non si ruba l’anima - ma  se paghi, si può fare un’eccezione.

E se questo è l’aspetto folkloristico della città: un concentrato di spezie, tessuti, metalli, terra rossa, labirinti, maioliche, architetture, gente, babbucce, caos... l’essenza di Marrakech è raccolta in un caleidoscopio che ormai valica i confini del Marocco.

Oggi la vera immagine di Marrakech è quella di una città cosmopolita, ricercata, dove designer e artisti internazionali fanno a gara per accaparrarsi l’ultimo dei riad incastonati nella medina. Location cool per un fine settimana o per una seconda casa fuori dall’Europa.

Architettura, design, moda, si mescolano nei vicoli labirintici del souk e raggiungono le oasi dei resort a cinque stelle. Marrakech fa tendenza. E’ una città per evadere, che permette di entrare in un ritmo etno-chic e rilassarsi in qualche hammam griffato con tanto di massaggiatrici esotiche thailandesi.

Dalla Kutubiya, il minareto più antico che svetta sulla città, al Cyberpark tra medina e la Ville Nouvelle; dalla Moschea di Ben Youssef  alla vicina Madrasa  - scuola coranica dell’architettura arabo-andalusa. Dal quartiere della Mellah, l'antico ghetto ebraico che si estende dietro al Palazzo Reale, fino a perdersi nella kasbah, disperando in un improbabile senso dell’orientamento.

Nella città si mescolano antico e moderno, sacro e profano in un bailamme che rapisce, frastorna. Un vorticoso gioco non impressionabile su di una pellicola.

La Ville Rouge regala visioni. Permette scorci di architetture ma anche di piccoli o grandi eden, come il famoso  Jardin Majorelle acquistato dallo stilista  Yves SaintLaurent  a metà del 900. Luogo d’ispirazione dove la natura attraverso palme, fiori, scroscii d’acqua ha dato spunti al famoso couturier e non smette di affascinare e dialogare con chi lo attraversa. Nell’ atmosfera da Mille e una Notte è quasi doveroso soggiornare, ma ci si può limitare a sorseggiare un thé alla menta, al Mamounia. Prestigioso hotel dove è possibile leggere il perfetto connubio tra architettura araba, accenni di Art Déco e scelte stilistiche contemporanee, nel recente restauro curato dal designer Jacques Garcia. E ancora mix di stili, dove la depurazione dagli eccessi si sposa con le decorazioni dei dettagli in ambienti come la Terrasse des épices, spazio che permette di avere una visione della medina, gustando un piatto di tagine.

Cortili di riad completamente rivisitati che mantengono uno stile arabo, fino ad arrivare ad Hotels white code, minimal code,come il Bab Hotel che, essenziale, permette di depurare il rientro serale da una città carica di dettagli.

Cibi marocchini, fusion, menù Thai, prelibatezze francesi e pizza all’italiana per ogni palato, per ogni tipo di turista. Locali notturni, frastornanti pseudo-guide, venditori di tappeti, club privati. Questa è Marrakech: oltre ai souk per turisti, oltre i locali alla moda, oltre il folklore di un popolo.

Città dove è necessaria la ricerca dell’anima, ma non è indispensabile trovarla. Meglio perdersi e lasciarsi incantare.

|foto di repertorio - autore sconosciuto|

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