I fiori sono stupendi,
e ignorano
che sono vecchia.
[Chigetsu]
Una lieve pioggia cade,
senza rumore, sul muschio –
quanti ricordi del passato!
[Buson]
Caduto il fiore
resiste l’immagine
della peonia
[Buson]
Soffia il vento:
si tengono forte
i boccioli di pruno
[Onitsura]
Il valore delle cose prossime, dove anche l’insignificante acquista importanza, assurgendo a valore centrale della composizione, è il carattere distintivo dell’haiku, genere poetico giapponese nato nel XVII secolo, che riserva estrema attenzione ai fenomeni naturali.
L’osservazione, attenta e lieve, della vita, che in spazi circoscritti e timidi viene raccontata, condensa emozioni in gocce di verità e proietta l’evidenza sul fondale immaginario di chi si lascia accompagnare dalla fantasia.
Un piccolo particolare osservato è sorgente di fantasticherie che richiamano emozioni, stimolano sensi sopiti, invitano all’esplorazione di sé, al proprio senso di appartenenza al mondo, senza protagonisti né comprimari.
Ho il mondo, il mio mondo, a portata di mano, a pochi centimetri dal mio occhio: una pietra, nel mio giardino, m’ha ricordato la luce che d’Estate, al crepuscolo, spennella di aranciato le foglie del Mirto, che tanto ami, che tanto hai voluto.
|foto di autore sconosciuto, fonte web| testo di Alessandro Gambardella, Giardiniere, esploratore di forme, linguaggi, materiali. Crede nell’ importanza delle parole per prendersi cura di sé. Non è di poche parole.|
" STRUMENTARIO per la cura di sé " nella natura, con la natura.
La parola, un veicolo per i sentimenti, è essa stessa sentimento, forma della percezione; con la parola raccontiamo noi stessi e ci comprendiamo, includendoci nel messaggio trasmesso, dando una forma al nostro sentire. Con la parola, quindi, facciamo esperienza di noi, ci assicuriamo consistenza. Scrivere e raccontarsi con la poesia è condensarsi in parole, cercarsi tra le virgole e le esclamazioni, prendersi cura del proprio significato, del proprio Io.