CHE COS’E’ L’ORTOTERAPIA _ PARTE 2

Facciamo un distinguo tra orticoltura e ortoterapia

Letteralmente il termine orticoltura indica la coltivazione degli orti, ma spesso per estensione e assimilandolo all'inglese “horticulture” si usa per indicare la coltivazione delle piante, siano esse commestibili o no.

Nell'orticoltura le piante coltivate sono l'oggetto delle attività, mentre nell'ortoterapia l'oggetto è l'interazione tra piante e persone, fatte salve le distinzioni già espresse.

 

Qual è la formazione professionale dell'“ortoterapista”?

È fondamentale che il terapista orticolturale o ortoterapista sia un professionista con una formazione specifica. In Italia non esiste un titolo di studio riconosciuto che abiliti alla professione, che d'altra parte non è riconosciuta come tale, almeno per ora.

È quindi importantissimo che chi propone attività di ortoterapia lo faccia in modo consapevole, responsabile e dotandosi di adeguati strumenti formativi.

Negli Stati Uniti la formazione avviene a livello universitario e prevede corsi in tre aree principali: agronomica, socio-terapeutica e di terapia orticolturale vera e propria.

Dopo aver completato questo percorso, che definisce il terapista orticolturale o HT, lo studente può fare richiedere la registrazione professionale presso l'AHTA, al fine di diventare HTR (Terapista Orticolturale Registrato). Per ottenere questo titolo è necessario svolgere un tirocinio multidisciplinare, supervisionato da un HTR, di circa 840 ore.

Percorsi di studio riconosciuti nel campo della Terapia Orticolturale sono presenti anche in altri paesi, ad es. in Inghilterra, Giappone, Hong Kong.

 

Cosa prevede un programma di ortoterapia?

Un programma di ortoterapia o terapia orticolturale può assumere forme molto diverse tra loro: le sedute possono essere personali o di gruppo, possono essere inserite in un piano terapeutico a breve termine o in uno di lunghissimo respiro, possono riguardare la sfera psicologica dell'utente o essere rivolte a obiettivi specifici di riabilitazione fisica o funzionale.

 

Che masioni ha la figura dell’ortoterapista?

L'ortoterapista ha il compito di relazionarsi con l'equipe medica di riferimento e il dovere di accoglierne le gerarchie professionali interne; nel lavoro d'equipe deve sviluppare un piano di attività e successivamente registrare e condividere progressi o insuccessi dello stesso. Deve infine condurre le sedute vere e proprie, occupandosi di tutti gli aspetti organizzativi ad esse connesse.

 

Considerazioni

Spessissimo in questi anni ci siamo imbattute in persone che utilizzano la definizione ortoterapia, quando di fatto stanno parlando di progetti di orticoltura o di giardinaggio. È  bene fare un distinguo tra i vari termini, il cui uso improprio genera estrema confusione, in quanto ognuno definisce attività e processi di ri-abilitazione diversi.

Proprio per le motivazioni espresse precedentemente, cioè che l'attività di ortoterapia richiede  un'adeguata preparazione del personale, ma anche un progetto importante mirato al beneficio e alla terapia, ci teniamo a precisare che:

 

  • non è ortoterapia fare generiche attività nell’orto ( lavorare la terra fa bene, lo sappiamo, ma non è la stessa cosa);

 

  • non è ortoterapia fare giardinaggio o attività nell’orto con anziani o disabili, senza reali obiettivi terapeutici e senza un progetto ri-abilitativo;

 

  • non è ortoterapia quell’attività che non venga monitorata da un personale medico e da valutazioni circa il raggiungimento di obiettivi;

 

  • non ci si può definire ortoterapista se non si hanno delle consolidate basi di studio e una esperienza / tirocinio formativo comprovato (si lavora con le fragilità e con le malattie, quindi è bene che chi ci lavora non sia il primo sprovveduto che ha fatto un corso di qualche giorno, un tirocinio di tre giorni,  e prima del corso professionalmente abbia fatto, per esempio, il pasticcere per anni).

 

Auspichiamo con questo nostro apporto, che l’uso corretto del termine ortoterapia, possa far progredire questa attività di supporto e che la professione prenda presto valore a livello universitario anche in Italia, per renderla maggiormente credibile agli occhi del mondo sanitario, come avviene da oltre decenni negli altri paesi.

 

 


 

|Autrici: Monica Botta, architetto paesaggista, co-direttore del corso di Therapeutic Landscape Design | Nora Bertolotti, Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera e con un Master in Organizzazione e Comunicazione delle Arti Visive, per anni si è occupata di arte contemporanea coltivando un’innata passione per le piante. Dal 2011 si dedica a tempo pieno al giardinaggio partecipato. Si è formata in Italia e all’estero, negli Stati Uniti a Portland  in Oregon, ha svolto un tirocinio sotto la supervisione di Teresia Hazen (MEd, HTR, QMHP Registered Horticultural Therapist, Coordinator of Therapeutic Gardens and HT Legacy Health) nei giardini terapeutici di Legacy Health Center, riferimento internazionale per la formazione superiore nel campo della Horticultural Therapy. Attualmente lavora nel campo del giardinaggio, dell’educazione ambientale e della progettazione del verde in ambito urbano, terapeutico e sociale. Foto Monica Botta|

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